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FALCONARA MARITTIMA - L’assemblea generale di #fermiamoildisastroambientale ha acceso i riflettori su un tema "assolutamente nuovo, già pubblico da alcuni mesi, mai smentito dai diretti interessati, certamente conosciuto dalle parti in causa, eppure ancora mai affrontato da nessuno". I promotori del movimento, oltre a condividere le prossime mobilitazioni da giugno in avanti, hanno dibattuto della possibile vendita di IP-Italiana Petroli Spa (Gruppo Api).

"Nel silenzio generale", proseguono i promotori in una nota, "avvertiamo l’esigenza di prendere parola, di aprire il dibattito, di lanciare il sasso senza nascondere la mano, nella consapevolezza che il nostro agire da sempre si orienti verso la difesa di questo territorio dalle innumerevoli criticità del presente e la ricerca di spiragli di un futuro differente".

Trattativa in corso per IP-Italiana Petroli

Dallo scorso marzo, le principali testate giornalistiche nazionali specializzate in economia e finanza, da "Il Sole 24 Ore" a "Milano e Finanza", hanno annunciato una trattativa di vendita, tecnicamente una "due diligence", dell’intero asset di IP-Italiana Petroli Spa (Gruppo Api), detenuto dalla famiglia Brachetti Peretti attraverso Api Holding. Non è chiaro se si tratti di un processo esplorativo per sondare potenziali investitori o di una vendita vera e propria.

I possibili acquirenti sarebbero tre grandi player finanziari del settore energetico a livello globale: Socar, compagnia statale dell’Azerbaijan, già attiva in Italia e interessata anche ad altri asset strategici come Acciaierie d’Italia (ex Ilva di Taranto); Gunvor Group, assistito dalla banca d’affari Rothschild, una delle principali realtà globali indipendenti nel trading di materie prime, con sede in Svizzera; e Bin Butti Group, una holding emiratina diversificata con interessi che spaziano dal petrolifero all’immobiliare, dall’hospitality ai servizi.

Le preoccupazioni per il futuro del territorio

Fatti salvi gli interessi privatistici che intercorrono in una probabile vendita di una delle maggiori società nazionali del settore energetico, resta rilevante l’interesse pubblico della trattativa in corso, che coinvolge direttamente anche il futuro della raffineria ospitata da 90 anni a Falconara Marittima, con tutte le sue contraddizioni.

"Dovrebbero essere altri attori, non noi, a comunicare la rilevanza della questione in atto, ed eventualmente intervenire in merito", affermano i promotori. È evidente come un’operazione finanziaria simile possa avere ricadute rilevanti e dirette, per quanto incerte e imprevedibili, in questo territorio, in termini ambientali, economici, occupazionali e forse anche giudiziari, visti i numerosi procedimenti in corso, oltre al processo per disastro ambientale e altri reati che vede imputata la società e i vertici della raffineria Api.

Tra le domande sollevate: quanto incideranno i processi in corso e la revisione dell’autorizzazione integrata ambientale nella tempistica della trattativa e in un possibile deprezzamento dell’asset? I piani industriali aziendali che coinvolgono la raffineria cambieranno, e come? L’eventuale nuova proprietà si assumerà l’onere delle necessarie bonifiche?

"Dovrebbero essere gli attori istituzionali – conclude il documento – a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale, il mondo della politica in senso lato, i sindacati e le associazioni di categoria, ad assumersi la responsabilità di intervenire in questo scenario inedito e nuovo, di cui, per quanto ci spetta, ci prendiamo l’onere di aprire ad un dibattito pubblico, disponibili con chiunque ad interloquire nel merito, senza fare sconti ad alcuno per nessun motivo".

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